“Il Lavoro dopo la Pandemia”, il Segretario generale, Francesco Cavallaro, al convegno promosso dalla Cisal Umbria 

Immagine di copertina di: “Il Lavoro dopo la Pandemia”, il Segretario generale, Francesco Cavallaro, al convegno promosso dalla Cisal Umbria 

Giovani, quantità e qualità del lavoro, riforma del fisco ma anche Pnrr e sicurezza al centro dell’incontro nella sala consiliare della Provincia di Perugia


Un confronto per fare una ricognizione a livello locale e regionale delle forze, delle opportunità e delle prospettive che possono essere messe in campo per favorire una veloce e concreta ripresa sociale ed economica del territorio. Con questo spirito si è svolto il convegno, promosso dalla Cisal Umbria, “Il lavoro dopo la pandemia” a cui ha partecipato il Segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro.

Nella sala consiliare della Provincia di Perugia è toccato proprio al numero uno del sindacato autonomo concludere il dibattito, moderato dalla giornalista Rosaria Parrilla, dopo i saluti del presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Marco Squarta, e del presidente del Consiglio comunale di Perugia, Nilo Arcudi, e gli interventi dell’onorevole Emanuele Prisco e del direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Perugia, Carlo Cerati.

Dopo aver salutato e ringraziato i presenti e la segreteria regionale della Cisal Umbria, guidata da Vincenzo Filice, per il lavoro e l’impegno quotidiano sul territorio e per l’organizzazione dello stesso convegno, il segretario generale Cavallaro si è soffermato sulle difficoltà legate al post pandemia e al conflitto ucraino: “Difficoltà – ha spiegato – che hanno aggravato ed andranno ad aggravare situazioni già difficili. Situazioni che stiamo pagando e che pagheremo ancora per tanto tempo, che hanno portato a dei rincari, che inevitabilmente si stanno abbattendo, con effetti devastanti, su famiglie, pensionati e imprese. Abbiamo bisogno di riforme decise per rimettere in piedi il Paese. Su tutte una vera riforma del fisco che vada a tagliare in maniera decisa il costo del lavoro. Si può e si deve fare di più – ha sottolineato – con una revisione profonda dell’attuale impianto dell’Irpef, sotto il profilo della base imponibile, delle aliquote e delle detrazioni fiscali. Se aumenta il costo della vita i salari non possono restare gli stessi. Fondamentale rinnovare i contratti scaduti ma non basta. E non bastano le risorse messe un po’ qui e un pò lì per creare misure senza alcuna visione e un risultato tangibile”.

E poi il passaggio sui giovani. “Necessaria – ha aggiunto Cavallaro – una svolta quantitativa e qualitativa per il lavoro, in grado di dare certezze e garanzie soprattutto ai giovani. La precarietà non porta da nessuna parte. E purtroppo i contratti a termine stanno diventando la regola. La precarietà crea insicurezza. E l’insicurezza non aiuta certo i giovani a restare dove regnano i punti interrogativi. Non li aiuta certo a farsi una famiglia. E basta leggere gli ultimi dati demografici per avere conferma”. 

Tra i temi trattati dal Segretario generale, Francesco Cavallaro, anche il Pnrr: “E’ una straordinaria occasione – ha sottolineato – ma non potrà fare miracoli da solo. E non potrà farlo soprattutto in quei territori che hanno subito e stanno subendo un forte spopolamento. Il Pnrr è un’opportunità da guardare dentro ad un idea di sviluppo complessivo o qui come altrove rischiamo di perdere il treno o non spendendo le risorse o spendendole male creando fratture più profonde di quelle esistenti”. 

Prima di concludere Cavallaro ha posto l’accento sulla sicurezza sui luoghi di lavoro: “L’Umbria – ha ricordato Cavallaro – è tra le regioni italiane con l’incidenza più alta per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro. In Italia muoiono più di tre persone al giorno sul lavoro. Una strage quotidiana inaccettabile che impone risposte immediate dalle istituzioni ad ogni livello e assunzione di responsabilità da parte dei datori di lavoro. Investire in prevenzione e formazione. Serve un cambio di mentalità che porti a considerare la sicurezza sul lavoro non come un costo o un inutile e formale appesantimento di procedure, ma come l’unico contesto operativo che garantisce la salute ed il benessere di chi lavora e in ultima analisi anche le prospettive di continuità e di sviluppo per le stesse aziende”.

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Giovani, quantità e qualità del lavoro, riforma del fisco ma anche Pnrr e sicurezza al centro dell’incontro nella sala consiliare della Provincia di Perugia


Un confronto per fare una ricognizione a livello locale e regionale delle forze, delle opportunità e delle prospettive che possono essere messe in campo per favorire una veloce e concreta ripresa sociale ed economica del territorio. Con questo spirito si è svolto il convegno, promosso dalla Cisal Umbria, “Il lavoro dopo la pandemia” a cui ha partecipato il Segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro.

Nella sala consiliare della Provincia di Perugia è toccato proprio al numero uno del sindacato autonomo concludere il dibattito, moderato dalla giornalista Rosaria Parrilla, dopo i saluti del presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Marco Squarta, e del presidente del Consiglio comunale di Perugia, Nilo Arcudi, e gli interventi dell’onorevole Emanuele Prisco e del direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Perugia, Carlo Cerati.

Dopo aver salutato e ringraziato i presenti e la segreteria regionale della Cisal Umbria, guidata da Vincenzo Filice, per il lavoro e l’impegno quotidiano sul territorio e per l’organizzazione dello stesso convegno, il segretario generale Cavallaro si è soffermato sulle difficoltà legate al post pandemia e al conflitto ucraino: “Difficoltà – ha spiegato – che hanno aggravato ed andranno ad aggravare situazioni già difficili. Situazioni che stiamo pagando e che pagheremo ancora per tanto tempo, che hanno portato a dei rincari, che inevitabilmente si stanno abbattendo, con effetti devastanti, su famiglie, pensionati e imprese. Abbiamo bisogno di riforme decise per rimettere in piedi il Paese. Su tutte una vera riforma del fisco che vada a tagliare in maniera decisa il costo del lavoro. Si può e si deve fare di più – ha sottolineato – con una revisione profonda dell’attuale impianto dell’Irpef, sotto il profilo della base imponibile, delle aliquote e delle detrazioni fiscali. Se aumenta il costo della vita i salari non possono restare gli stessi. Fondamentale rinnovare i contratti scaduti ma non basta. E non bastano le risorse messe un po’ qui e un pò lì per creare misure senza alcuna visione e un risultato tangibile”.

E poi il passaggio sui giovani. “Necessaria – ha aggiunto Cavallaro – una svolta quantitativa e qualitativa per il lavoro, in grado di dare certezze e garanzie soprattutto ai giovani. La precarietà non porta da nessuna parte. E purtroppo i contratti a termine stanno diventando la regola. La precarietà crea insicurezza. E l’insicurezza non aiuta certo i giovani a restare dove regnano i punti interrogativi. Non li aiuta certo a farsi una famiglia. E basta leggere gli ultimi dati demografici per avere conferma”. 

Tra i temi trattati dal Segretario generale, Francesco Cavallaro, anche il Pnrr: “E’ una straordinaria occasione – ha sottolineato – ma non potrà fare miracoli da solo. E non potrà farlo soprattutto in quei territori che hanno subito e stanno subendo un forte spopolamento. Il Pnrr è un’opportunità da guardare dentro ad un idea di sviluppo complessivo o qui come altrove rischiamo di perdere il treno o non spendendo le risorse o spendendole male creando fratture più profonde di quelle esistenti”. 

Prima di concludere Cavallaro ha posto l’accento sulla sicurezza sui luoghi di lavoro: “L’Umbria – ha ricordato Cavallaro – è tra le regioni italiane con l’incidenza più alta per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro. In Italia muoiono più di tre persone al giorno sul lavoro. Una strage quotidiana inaccettabile che impone risposte immediate dalle istituzioni ad ogni livello e assunzione di responsabilità da parte dei datori di lavoro. Investire in prevenzione e formazione. Serve un cambio di mentalità che porti a considerare la sicurezza sul lavoro non come un costo o un inutile e formale appesantimento di procedure, ma come l’unico contesto operativo che garantisce la salute ed il benessere di chi lavora e in ultima analisi anche le prospettive di continuità e di sviluppo per le stesse aziende”.