“Ai lavoratori che da mesi non percepiscono lo stipendio non basta la solidarietà, intervengano le istituzioni”. A dichiararlo è il Segretario Generale della Faisa Cisal, Mauro Mongelli, intervenuto in occasione del Congresso Provinciale della Faisa Cisal di Salerno dove sono state anche trattate tutte le problematiche e le fragilità di questo importante settore che traina una parte importante dell’economia del Paese. “Non è più sufficiente – ha aggiunto – la sola solidarietà per tutti quei lavoratori, in particolare quelli del Molise, che pur lavorando regolarmente, sistematicamente non percepiscono con regolarità la legittima retribuzione accumulando mesi di ritardo che è causa di inevitabili problemi di sostentamento delle proprie famiglie. In situazioni di questo tipo, si avvia sempre la ricerca delle responsabilità che alimenta il solito scaricabarile, ma di certo c’è che gli unici a non avere colpe e responsabilità sono i lavoratori, che, anche in queste terribili circostanze assicurano giornalmente la loro prestazione ed il servizio all’utenza. Le istituzioni – conclude Mongelli – non possono rimanere silenti. Si intervenga affinché siano rispettate le obbligazioni previste, se è vero che <<il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa>>

“Ai lavoratori che da mesi non percepiscono lo stipendio non basta la solidarietà, intervengano le istituzioni”. A dichiararlo è il Segretario Generale della Faisa Cisal, Mauro Mongelli, intervenuto in occasione del Congresso Provinciale della Faisa Cisal di Salerno dove sono state anche trattate tutte le problematiche e le fragilità di questo importante settore che traina una parte importante dell’economia del Paese. “Non è più sufficiente – ha aggiunto – la sola solidarietà per tutti quei lavoratori, in particolare quelli del Molise, che pur lavorando regolarmente, sistematicamente non percepiscono con regolarità la legittima retribuzione accumulando mesi di ritardo che è causa di inevitabili problemi di sostentamento delle proprie famiglie. In situazioni di questo tipo, si avvia sempre la ricerca delle responsabilità che alimenta il solito scaricabarile, ma di certo c’è che gli unici a non avere colpe e responsabilità sono i lavoratori, che, anche in queste terribili circostanze assicurano giornalmente la loro prestazione ed il servizio all’utenza. Le istituzioni – conclude Mongelli – non possono rimanere silenti. Si intervenga affinché siano rispettate le obbligazioni previste, se è vero che <<il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa>>