Immagine di copertina di: Festa della Donna, Giudy Peciola (Snala Cisal): “Non solo fiori ma anche diritti”

Divario di genere sul lavoro: l’intervento del Segretario generale del sindacato dei dipendenti Anas


“L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro…La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. Questo è quanto sancisce la nostra Costituzione ed è il punto di partenza sul quale ancora oggi dobbiamo lavorare rafforzando la parità di genere tra uomo e donna affinché non sia solo una semplice frase scritta su un foglio di carta”. Cosi Giudy Peciola, Segretario generale Snala Cisal, la voce di lavoratrici e lavoratori dell’Anas impegnati da sempre a garantire il buon funzionamento della rete stradale nazionale.

Logo CISAL SNALA

I dati. Nel settore privato le retribuzioni annue percepite dalle donne sono in media inferiori del 40% rispetto a quelle percepite dagli uomini se calcoliamo la differenza nel salario orario medio e nel numero medio di ore lavorate all’anno. Mentre nel settore pubblico le retribuzioni annue percepite dalle donne sono in media inferiori del 16% circa rispetto a quelle percepite dagli uomini con un gap di circa il 15% nel salario giornaliero. Questi sono i dati da poco pubblicati dall’INPS nell’analisi effettuata sui divari di genere nel mercato del lavoro, a ridosso della celebrazione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne. “Una giornata – sottolinea Peciola – che non deve essere solo il ricordo delle battaglie passate, solo il momento di riflessione sulle conquiste politiche, sociali ed economiche, solo il prendere coscienza del presente ma uno sguardo al futuro a ciò che ancora è necessario fare”

Non solo Fiori ma anche Diritti – rimarca il Segretario generale Snala Cisal – e quanto sta pian piano avvenendo anche grazie alla Direttiva UE 2023/970 del 10 maggio 2023 volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione. L’Italia ha il compito di recepire e convertire in legge tale direttiva entro il 7 giugno 2026 prevedendo l’obbligo per i datori di lavoro di fornire alle persone in cerca di lavoro informazioni sulla retribuzione iniziale o sulla fascia retributiva dei posti vacanti pubblicati e vietando agli stessi di chiedere, ai candidati, in sede di colloquio, informazioni sulle retribuzioni percepite negli attuali o nei precedenti rapporti di lavoro. Inoltre i lavoratori e le lavoratrici avranno il diritto di chiedere ai propri datori di lavoro informazioni sui livelli retributivi medi, ripartiti per sesso, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore nonché avere accesso ai criteri utilizzati per determinare la progressione retributiva e di carriera. Un bel cambiamento, che parte dalla trasparenza”.

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Divario di genere sul lavoro: l’intervento del Segretario generale del sindacato dei dipendenti Anas


“L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro…La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. Questo è quanto sancisce la nostra Costituzione ed è il punto di partenza sul quale ancora oggi dobbiamo lavorare rafforzando la parità di genere tra uomo e donna affinché non sia solo una semplice frase scritta su un foglio di carta”. Cosi Giudy Peciola, Segretario generale Snala Cisal, la voce di lavoratrici e lavoratori dell’Anas impegnati da sempre a garantire il buon funzionamento della rete stradale nazionale.

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I dati. Nel settore privato le retribuzioni annue percepite dalle donne sono in media inferiori del 40% rispetto a quelle percepite dagli uomini se calcoliamo la differenza nel salario orario medio e nel numero medio di ore lavorate all’anno. Mentre nel settore pubblico le retribuzioni annue percepite dalle donne sono in media inferiori del 16% circa rispetto a quelle percepite dagli uomini con un gap di circa il 15% nel salario giornaliero. Questi sono i dati da poco pubblicati dall’INPS nell’analisi effettuata sui divari di genere nel mercato del lavoro, a ridosso della celebrazione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne. “Una giornata – sottolinea Peciola – che non deve essere solo il ricordo delle battaglie passate, solo il momento di riflessione sulle conquiste politiche, sociali ed economiche, solo il prendere coscienza del presente ma uno sguardo al futuro a ciò che ancora è necessario fare”

Non solo Fiori ma anche Diritti – rimarca il Segretario generale Snala Cisal – e quanto sta pian piano avvenendo anche grazie alla Direttiva UE 2023/970 del 10 maggio 2023 volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione. L’Italia ha il compito di recepire e convertire in legge tale direttiva entro il 7 giugno 2026 prevedendo l’obbligo per i datori di lavoro di fornire alle persone in cerca di lavoro informazioni sulla retribuzione iniziale o sulla fascia retributiva dei posti vacanti pubblicati e vietando agli stessi di chiedere, ai candidati, in sede di colloquio, informazioni sulle retribuzioni percepite negli attuali o nei precedenti rapporti di lavoro. Inoltre i lavoratori e le lavoratrici avranno il diritto di chiedere ai propri datori di lavoro informazioni sui livelli retributivi medi, ripartiti per sesso, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore nonché avere accesso ai criteri utilizzati per determinare la progressione retributiva e di carriera. Un bel cambiamento, che parte dalla trasparenza”.